
RICAMI DI STORIA
SAN BIAGIO DI CALLALTA
Con questo progetto, che ho voluto nominare "Ricami", voglio cercare di farvi conoscere quei soldati che durante il biennio 1917/1918: Combatterono, vissero, sperarono e talvolta morirono nel territorio comunale, il qr code, che è uno diverso dall'altro, vuole farvi conoscere un soldato in specifico che passò proprio nelle vicinanze

Francesco Marzi
Riccardo Memeo
Francesco Rolando
Don Domenico Nena
Jack Bosio
Giuseppe Pintacuda
Angelo Tizzi
Paolo Ugo Lampiasi
Dante Poggesi
Andrea Giovannini
Arlindo Cecilio Manes
Giovanni Savoia
Giuseppe Carruba Toscano
Giuseppe Greguol
Carlo Greguol
Angelo Rubens Caner
Emanuele Cabibbo
Alula Taibel
Biagio Peretti
Francesco Ragu
Cesare Nalini Tesini
Pietro Lupano
Giovanni Gandolfi
Renato Casalini
1) FRANCESCO MARZI
Francesco Marzi
Francesco Marzi di Antonio e Maria Verdina, nato ad Armeno (No) il 1 Novembre 1896.
Chiamato alle armi il 22 dicembre 1915, viene inquadrato nel 11° reggimento Artiglieria da Campagna e giunge in territorio dichiarato in stato di guerra il 25 maggio 1916.
Come servente al pezzo presta servizio nella 33ª, 71ª e nella 82ª batteria combattendo per certo sul Carso e sul Piave.
Proprio durante la battaglia del Solstizio, dietro una piccola foto ritraente le tre amate sorelle così scrive: “Il 18 Giugno in momenti grevi, per sollievo non mi resta che guardare codeste rimembranze. Piave addì 18.6.18”
Ferito da un colpo d’artiglieria nemico che lo lascia sordo da un orecchio, viene portato all’ospedale di guerra della Croce Rossa Italiana n°9.
Terminata la guerra tornerà al paese dove come sarto fonderà con i famigliari la Rinomata Sartoria Marzi.
2) RICCARDO MEMEO
Riccardo Memeo
Nato ad Andria il 12 Maggio 1888, morto a Cavriè il 16 Giugno 1918
Capitano Medico del 201 reggimento fanteria "Brigata Sesia"
Nel dicembre 1917, entra in contatto per la prima volta con il paesino di Cavriè, fu l'ufficiale medico che assistette il soldato semplice Ragu Francesco nei suoi ultimi istanti di vita.
Riccardo venne ucciso, lungo l'attuale via Mario del monaco, dalle schegge di granata mentre stava porgendo le prime cure ad un ferito nei pressi dell'ospedaletto da campo
3) FRANCESCO ROLANDO
Susa 27 Febbraio 1889 - 16 Novembre 1917
17 reggimento bersaglieri
Nasce a Susa il 27 febbraio 1889. Diplomato, viene arruolato come allievo ufficiale al 4°. Passato al servizio efefttivo viene assegnato in prima nomina al 9°. Dopo un breve periodo in Libia, durante il quale viene promosso capitano, rientra a guerra iniziata al 18°. Nel luglio 1917 assume il comando del 69° Btg. e partecipa agli scontri di retroguardia al Ponte di Madrisio in ottobre. Sugli argini del Piave le nostre posizioni sembrarono vacillare diverse volte, ma la riscossa fu tempestiva e strenua, grazie soprattutto al suo 18ø,che dopo due giorni di aspra lotta, ricacciò il nemico sulla sinistra, facendo oltre 500 prigionieri. Nell'azione, come in altri scontri avvenuti nei pressi, ebbero il battesimo del fuoco i primi "Ragazzi del '99"; in particolare, al Molino Sega. Già volontario in Libia e sul Carso, era al capezzale del fratello morente per una scheggia di granata, quando apprese di Caporetto. Rientrato al reggimento, finiva qui eroicamente i suoi giorni il 16 novembre, meritando la medaglia d'oro al valore. Sette anni dopo, esumata dal cimitero di guerra, la sua salma tornerà nella città natìa di Susa. Oggi, nell'isolotto in cui sorgeva il mulino, un semplice monumento ricorda che vi si combattè una delle più aspre battaglie del Piave. La quiete del luogo contrasta con l'evocazione dei fatti cruenti e terribili, e induce a pietà e mestizia.
Alla memoria viene insignito di Medaglia d'Oro con decreto 13 giugno 1918.
Motivo del conferimento: Comandante di un battaglione, seppe con l’esempio e con la parola preparare le sue truppe all’azione. Avuto l’ordine di attaccare, con intelligente perizia disponeva le sue truppe, guidandole di persona. Avvertito che in un punto il nemico ostacolava violentemente l’avanzata, vi accorreva, e, da solo, sotto fuoco intenso, sprezzante di ogni pericolo, si spingeva audacemente verso l’avversario per riconoscere l’efficienza delle sue difese, finchè investito da raffiche di mitragliatrici, rimaneva ferito. Trasportato al posto di medicazione, dopo ricevute le cure, volle ad ogni costo tornare al suo battaglione, recandosi ove più violento era il combattimento. Per vincere l’ultima disperata resistenza del nemico, gridando parole vibranti di entusiasmo, con balzo leonino si slanciò in avanti, primo fra tutti, trascinando i suoi bersaglieri all’urto violento contro l’avversario che veniva travolto. Colpito in fronte, cadeva da eroe, col grido di Savoia! sulle labbra. Fulgido esempio di eroismo e di alta virtù militare. Molino della Sega, Piave, 16 novembre 1917
4) DON DOMENICO NENA
Nato a Melma (attuale Silea) 24 Novembre 1867- Morto a Cavriè nel 1931
don Domenico Nena, sacerdote di Cavriè e Francesco Rolando. Il loro incontro risale novembre 1917 quando tutti gli abitanti di Cavriè dovettero andarsene dal paese, infatti la “zona di guerra” cioè la zona di pericolo immediato, arrivava fino al fiume Vallio. A differenza di altri molti piccoli centri che furono sgomberati in poco tempo, come ad esempio Candelù, a Cavriè l’impresa fu molto più ardua, poiché il don aveva spronato gli abitanti a rimanere nelle proprie case. Ci volle l’intervento dei carabinieri reali perché i primi paesani capissero il grande pericolo che stavano vivendo. Nena però non la volle dar vinta, ritornò pochi giorni dopo per riprendere dei suoi averi e notò con amara sorpresa che dalla canonica scomparvero molte derrate alimentari e furono profanati gli archivi parrocchiali, e, per protesta, andò a recriminare il fatto alla sede della 23 armata a Roncade. Ritornò a Cavriè per la terza volta e qui ebbe un incontro con Francesco Rolando, uno dei
graduati del 18 reggimento bersaglieri, questo uomo nato a Susa nel 1889 fece una promessa al sacerdote, quella di preservare la canonica e la chiesa dalle razzie. Tenne in tasca le chiavi della canonica anche quando fu mandato il 16 novembre 1917 a tamponare la falla che si era creata al Molino della sega, da quella lotta non tornò vivo e probabilmente quelle chiavi sono tutt’ora su quel terreno. Il suo intervento insieme a quello dei ragazzi del ’99 riuscirono a fermare l’avanzata austriaca dopo la rotta di Caporetto, Francesco fu la prima medaglia d’oro al Valor Militare conquistata sulla linea del Piave