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  • Immagine del redattoreSaveTheFace

El Patatrac

Bisognava ritrovare la strada, ma in quale direzione andare? Ne scelse una a caso. Camminò per un quarto d’ora circa e prima ancora di rendersene conto, un omaccione lo prese per la gola alle spalle e otto uomini gli puntarono i fucili. Erano gli austriaci. In un pessimo italiano l’omaccione gli chiese “Mangeria... mangeria!”. Pintacuda gli porse il tascapane. Presero tutto, la pagnotta e le scatolette e mangiarono avidamente. Sicuramente non mangiavano da tanto tempo. Allora Pintacuda si rivolse a quello che gli sembrò il capo e disse: “Io avere sotto chiave grandi magazzini di pane e carne, tu lasciare vita a me e io dare a voi molta mangeria”. L’altro tacque poi chiese: “Quando dare mangeria?”. “Quando fare buio...” fu la risposta. Quando si rimisero in cammino, Pintacuda tremava al pensiero del tiro che stava giocando al nemico e ciononostante diede l’impressione di sapere dove stava andando. Ad un certo punto per fortuna Pintacuda riconobbe la voce di un compagno, Nunzio Ingrassia da Palermo. Si rivolse agli austriaci “Io chiamare aiutante magazzino per portare qua pane e carne”. Gli austriaci abboccarono e Pintacuda si fece riconoscere dal compagno “Sugnu cu ottu becchi! Avvìsa a tutti di non sparari, furrìati ntunnu e facemuli fissa! (Sono con otto cornuti! Avvisa tutti di non sparare, accerchiamoli e facciamoli fessi”)” Parlò in siciliano per non farsi capire dal nemico, poi si rivolse loro e disse che stavano arrivando pane e carne. Dopo dieci minuti cento fucili erano puntati contro i nemici che furono circondati dagli italiani. Rivolgendosi a Ingrassia, Giuseppe Pintacuda disse: “Non ci hanno lasciato fare il nostro ‘Patatrac’ e noi lo abbiamo fatto a loro. E che Patatrac!” Ho voluto ricordarlo con un crumble all’avena e arancia con un aggiunta di una mousse al gelsomino (che richiama l’amore della famiglia pintacuda per il gelsomino nata proprio per via della presenza di questa pianta proprio nella villa che all’epoca ospitava il reggimento a Cavrie) poi la cupola al cioccolato che spaccandola con il cucchiaio da proprio l’idea del “Patatrac” alla quale ho aggiunto la moka,per l’immensa passione di Giuseppe per il caffè





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