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L'involontario salvatore

Se avete 5 minuti di tempo, FERMATEVI, e leggete questa ricerca di Marino Perissinotto, ritengo che sia davvero incredibile, il fatto che sia coinvolto anche Hemingway la rende ancora più interessante.

Il dolce, ossia, un ricciarello toscano (biscotto tipico senese), con una namelaka al Montalcino (quella fondente ) e una allo sciroppo d’acero ( quella al cioccolato bianco), è stato un magnifico modo per poter interagire con Marino.

L'involontario salvatore di Ernest

Eh si, rieccomi a parlare di Ernest Hemingway, e di quella notte di luglio del '18 in cui fu ferito sulla riva del Piave Facendo mia una domanda posta dallo studioso statunitense James McGrath Morris, e partendo dalle informazioni da lui fornite, ho cercato di dare un nome ad un protagonista essenziale quanto involontario di quella vicenda. Sembra che il risultato, una volta divulgato, abbia suscitato un qualche clamore, non privo di polemiche. Credo valga la pena, allora, di raccontarla, questa ricerca. Andiamo con ordine. La storia comincia a Fossalta di Piave la sera fra l'8 ed il 9 luglio del 1918, nelle trincee avanzate in golena del Piave, in un'ansa chiamata il Buso Burato. Fra i fanti che presidiano le postazioni, si presenta un giovanissimo americano, con una bella uniforme ed uno zaino pieno di generi di conforto da distribuire. Si tratta del volontario della Croce Rossa Americana Ernest Hemingway. Non è un ambulanziere, ma un addetto al Rolling Kitchen Service. Charles Baker lo elenca fra gli appartenenti alla Sectin IV dell'Ambulance Service, che aveva lasciato il 25 giugno per raggiungere il Basso Piave.. Ernest è arrivato da poco, a rimpiazzare Edward McKey, ucciso in un bombardamento durante la battaglia del Solstizio. La Canteen ha sede a Fornaci (oggi è Monastier), e però il giovane Ernest (era nato il 21 luglio 1899) ha scelto di munirsi di bicicletta, caricarla di generi di conforto, ed arrivare alle prime linee, sul fiume, per distribuirli. Così fa anche l'8 luglio, ed alla sera raggiunge Fossalta, supera l'argine, arriva alla golena, ed inizia a consegnare le sue cose: sigarette, cioccolato, qualche dolce, forse. Gli si fanno attorno i soldati, e dall'altra riva i soldati austro ungarici sentono il rumore. Danno l'allarme. D'improvviso sulla trincea italiana piove una bombarda, che scoppia vicino ad Hemingway. Uno dei soldati, fermo tra lui ed il punto di scoppio, lo ripara, venendo ucciso a sua volta. Raggiunto dalle schegge, Ernest si carica sulle spalle un ferito ed inizia a risalire l'argine, per essere raggiunto da una raffica di mitragliatrice. Soccorso immediatamente, dopo aver ricevuto le prime cure, il giovane americano è trasferito a Silea, all'Ospedale da Campo della Repubblica di San Marino. Dopo una prima degenza, quando le sue condizioni ne rendono possibile il trasporto, lo portano a Milano, per le cure del caso. Poi, tornerà oltre oceano. La vicenda è nota, e tante volte ricordata. Mi è capitato di accennarne nel passato, ricordando la figura di Edward McKey, predecessore di Hemingway ed ucciso da un bombardamento il 16 giugno 1918.

Il passo successivo di questa storia avviene in Google, quando, cercando notizie sulla morte del generale Fadini, mi vedo offerta una pagina tratta da una biografia di Papa Hemingway. Si tratta di The Ambulance Drivers: Hemingway, Dos Passos, and a Friendship Made and Lost in War (Hachette UK, 28 mar 2017), scritto da James McGrath Morris. James, ricostruendo i fatti di Fossalta si è chiesto chi fosse quel soldato che, involontariamente, ha salvato la vita del futuro premio Nobel, perdendo la sua. Dall'Ufficio Storico dell'Esercito egli ha avuto un elenco di tutti i militari italiani che risultano caduti l'8 ed il 9 luglio 1918. Si tratta di 18 nominativi, ciascuno corredato solamente del grado rivestito. Soldato Nudo Michele Soldato Artosi Ippolito Giuseppe Soldato Sangalli Luigi Soldato Boselli Pietro Soldato Fontanesi Alfredo Soldato Caprile Lorenzo Soldato Chiesa Giulio Soldato Quaglia Domenico Soldato Temperini Fedele Soldato Bicchieraro Umberto Soldato Ravera Sebastiano Caporale Dognini Tomaso Caporale Riccobono Luigi Caporale Giambrone Giuseppe Maggior Generale Fadini Umberto Alessandro Sergente Barba Santino Tenente medico Varvaro Corrado Marinaio Nodari Domenico. L'autore non è riuscito ad andare oltre, e, quale post scriptum alla sua opera, pone ai lettori l'interrogativo irrisolto.

L'incontro con queste righe mi ha invogliato a tentare di trovare una soluzione al quesito. Si è trattato prima di individuare l'unità in cui il caduto serviva, e poi di verificarne la dislocazione. L'ho fatto consultando innanzitutto l'Albo d'Oro dei Caduti della Grande Guerra, e quindi i riassunti storici delle varie unità, se disponibili, e l'allegato al libro Uomini e Mitragliatrici. In questo modo, ho potuto escludere undici Caduti: Soldato Michele Nudo,del 254 Reggimento Fanteria, schierato sul Montello Soldato Ippolito Giuseppe Artosi, della 448 Compagnia Mitraglieri Fiat, all'epoca nelle retrovie a Meolo Soldato Alfredo Fontanesi, del 93 Reggimento Fanteria, in linea a Cornuda. Soldato Lorenzo Caprile, del 33 Reggimento Fanteria, in linea sul Grappa. Soldato Umberto Bicchieraro, 12 Reggimento Bersaglieri, dislocato in riserva nel padovano. Soldato Sebastiano Ravera, del 232 Reggimento Fanteria, dislocato in riserva nel veneziano. Caporale Tomaso Dognini, della 448 Compagnia Mitraglieri Fiat, all'epoca nelle retrovie a Meolo Caporale Luigi Riccobono, del 55 Reggimento Fanteria, in riposo a Poianella. Caporale Giuseppe Giambrone, del 82 Reggimento Fanteria, schierato alla foce del Piave Sergente Santino Barba, 153 Reggimento Fanteria, schierato nell'Isola della Piave. Marinaio Domenico Nodari, Battaglione Golametto del Reggimento Marina, schierato nell'Isola della Piave. Il Maggior Generale Umberto Alessandro Fadini, morto a Passarella, sul Piave Nuovo. Come fare, per i rimanenti? Ho consultato il sito dell'Istituto del Nastro Azzurro, ove è disponibile un archivio elettronico dei decorati al Valore Militare. Ho scoperto che per il soldato Luigi Sangalli, del 6 Reggimento Artiglieria Da Campagna, decorato di medaglia d'argento il luogo della morte è indicato in Ca' del Negro, sul Sile tra Caposile e Cavazuccherina. Il soldato Pietro Boselli, 2 Reggimento Genio, ha perso la vita soccorrendo il generale Fadini, e quindi anch'egli morì a Passarella, sul Piave Nuovo. Una ricerca in Google e la consultazione del Riassunto Storico dedicato alla Brigata Bisagno mi ha portato a scoprire infine che il Tenente medico Corrado Varvaro del 210 fanteria cadde sulla Piave Vecchia a Chiesanuova. Erano rimasti tre nominativi: Soldato Giulio Chiesa, del 152 Reggimento Fanteria, brigata Sassari. Soldato Domenico Quaglia, del 152 Reggimento Fanteria, brigata Sassari. Soldato Fedele Temperini, del 69 Reggimento Fanteria, brigata Ancona.

Controllando i Riassunti Storici la Brigata Sassari dal 15 giugno al 19 luglio risulta essere stata fra Losson, Fossalta e Capo d'Argine, con una disposizione ortogonale rispetto al corso del Piave. La Brigata Ancona dal 24 giugno al 15 luglio era schierata nel settore delle Anse di Lampol e del Gonfo, al cui centro si trova il Buso Burato. In altri termini la Sassari era nelle immediate retrovie, e la Brigata Ancona nelle prime linee lungo il fiume. Potevo ritenere probabile, quindi, che il soldato ricercato appartenesse a quest'ultima brigata, piuttosto che alla Sassari, ma ancora non mi pareva abbastanza.

L'ultimo elemento, per me sufficiente, viene da una ricerca del sig. Vincenzino Di Nardo, pubblicata sul sito http://www.amicidicapracotta.com/…/lestrema-unzione-di-hem…/. L'autore, indagando sul vero o presunto battesimo impartito ad Hemingway ferito, così scrive: “Dopo aver ricevuto il primo soccorso a Fornaci, venne trasportato a Melma di Treviso (chiamata poi nel 1935, Silea di Treviso) nell’Ospedale da campo della Croce Rossa di San Marino. Il direttore dell’Ospedale, Capitano Dr. Amedeo Kraus, nella sua relazione scrisse: «A questo proposito mi piace rammentare che fu ricoverato nel nostro ospedale nel mese di luglio, (l’otto), il primo americano ferito sul nostro fronte, volontario della C. R. Americana, S. Tenente Fraest Hemmeriguey, colpito da scheggia di bombarda a Fossalta di Piave, mentre distribuiva doni ai soldati del 69° Reggimento Fanteria».” E più sotto: “Relazione della Croce Rossa: E. M. Hemingway è stato colpito dal proiettile di un mortaio di trincea atterratogli a circa un metro di distanza, uccidendo un soldato che si trovava tra lui ed il punto dell’esplosione e ferendone altri.”

A questo punto, il soldato che involontariamente fu scudo ad Ernest Hemingway è l'unico del 69° che morì quella notte, ed ha un nome, se non un volto. Si tratta di Fedele Temperini, figlio di Pellegrino, nato l'8 Febbraio 1892 a Montalcino, in provincia di Siena, ove viveva prima della chiamata alle armi.

Una domanda me la pongo. Cosa ci faceva, Hemingway, in primissima linea e di notte? Bastava si fosse posto dall'altra parte dell'argine, per svolgere il suo compito senza esporsi ed esporre i soldati alla reazione nemica. Senza che un secolo dopo ci fosse occasione di scrivere queste righe per riportare alla luce il nome di un uomo che involontariamente gli salvò la vita, quella notte del luglio 1918.






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