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The child

Muffin alla paprika dolce e cioccolato fondente (con l’aggiunta di marmellata di albicocche e crema pasticciera) La Grande Guerra era finita. I trattati e gli accordi definivano le potenze dell'Intesa ed i loro alleati come i vincitori. I veri sconfitti furono però milioni di persone che si ritrovarono nel mezzo di un conflitto brutale. Se i combattimenti non colpirono i civili con la stessa intensità della Seconda guerra mondiale, la fame e la povertà crearono situazioni disastrose in molte realtà. Era il caso di Vienna, ad esempio, dove decine di migliaia di bambini soffrirono la fame a causa del blocco economico anche dopo la fine della guerra, tanto da rischiare una vera e propria catastrofe umanitaria. L'idea di risolvere tale situazione con un'azione di solidarietà mai vista prima venne alle donne inglesi che, in un primo momento, crearono un fondo per aiutare i bambini in difficoltà e poi accolsero la richiesta della città di Vienna di adottare temporaneamente i bambini al fine di garantire loro un riparo e pasti caldi. Un'idea che ricorda quelladei Treni della Felicità, da noi già raccontata alcuni mesi fa. Questa iniziativa non riscosse un'approvazione unanime. Erano in molti a dubitare delle intenzioni di quelli che, fino a pochi mesi prima, erano considerati nemici giurati. Fu l'Italia, in tal senso, a prendere l'iniziativa: i sindaci socialisti di Milano, Bologna e Reggio Emilia chiesero, nel dicembre del 1919, di ospitare migliaia di bambini austriaci. Treni carichi di provviste partirono dunque per l'Austria tornando zeppi di giovani austriaci, di età compresa tra i 7 ed i 13 anni, ospitati da famiglie in cui gli uomini, magari, avevano sparato addosso ai loro connazionali fino a pochi mesi prima. A questi treni venne dato il nome di "Treni della Fratellanza". Il cancelliere austriaco Retter, quando siglò l'accordo con gli italiani, disse: "Sento che le cose stanno cambiando, che vi sarà la pace tra noi, non solo tra i governi, ma anche tra le persone, non solo sui trattati ma anche nei cuori della gente".




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